Carica batterica

Cosa si intende per carica batterica

La carica batterica, indicata anche con le espressioni “carica batterica totale” o “carica microbica totale”, equivale al numero di batteri presenti in una sola unità volumetrica, ovvero in un solo ml. Il livello più o meno alto di questo indice simboleggia anche che il soggetto potrebbe trovarsi in uno stadio più o meno avanzato dall’infezione. Per valutare la presenza di quest’ultima però il professionista dovrà anche valutare il quadro generale, quindi anche altri fattori.


Carica batterica: di che cosa si tratta

La dicitura “carica battericaindica la presenza di un certo numero di batteri all’interno di 1 millilitro, quindi in una sola unità di volume. Tale unità base è di fondamentale importanza nel campo della microbiologia diagnostica, per determinare appunto la percentuale di presenza batterica. L’espressione in questione è stata di sicuro incontrata molte volte nel corso di questi ultimi due anni, a causa della pandemia. Molti infatti possono averla sentita durante lo svolgimento di qualche trasmissione televisiva, ma anche mentre andava in onda il telegiornale oppure averla letta su diversi siti di informazione in rete, nonché averla sentita direttamente in qualche discorso. Anche attualmente infatti si sente spesso nominare tale dicitura, in quanto la presenza di un’elevata carica batterica implica il fatto che il soggetto che la possiede sarà infetto e soprattutto avrà maggiori possibilità di infettare altri individui. Al contrario, se il paziente presenta l’infezione, ma ha una bassa percentuale di carica batteria, prima di tutto vuol dire che i suoi sintomi potrebbero essere molto lievi e in alcuni casi addirittura assenti, ma non solo. Vuol dire anche che potrebbe infettare altre persone con un rischio praticamente bassissimo o nullo. Ne consegue quindi che gli individui che hanno dei contatti con tale soggetto potrebbero anche non infettarsi e non contrarre il virus. Oltre a questo però occorre indicare delle precisazioni in merito, anche perché sebbene tali spiegazioni possano andare bene con il caso del Covid, tuttavia la carica batterica non presenta sempre le stesse caratteristiche e non causa sempre gli stessi effetti.


Altre considerazioni in merito

La possibilità di provocare infezioni da parte della carica batterica presenta un elevato livello di variabilità, che cambia in base alla specie di batterio che si considera. Non tutti i batteri infatti presentano un’uguale capacità di infettare. Quest’ultima viene anche indicata con il termine “virulenza”, che indica il livello di aggressività di un certo elemento batterico e tale fattore può variare anche in base agli elementi che caratterizzano la cellula batterica. Tra queste per esempio la possibilità di riuscire a entrare in determinati materiali, come stoffe o altri tessuti o quella di resistere a determinate temperature, ma non solo. Si deve infatti anche valutare la capacità di ostacolare o meno le difese immunitarie dell’ospite e di provocare o no delle conseguenze negative a livello salutare. Più sarà forte la carica batterica, quindi maggiore sarà il numero di batteri che si formano e maggiore può essere la virulenza, anche perché più saranno gli elementi batterici e più riusciranno a diffondere l’infezione nell’organismo.

Secondo gli studiosi poi la carica batteria permette anche di individuare il tipo di fase della malattia che si sta passando. Questo indica che nel momento in cui vi sarà un forte livello di carica batterica, il soggetto si troverà nell’apice dello sviluppo della malattia, mentre quando la carica sarà minore, vi sarà l’inizio della guarigione. Oltre a questo poi vi sono anche altre caratteristiche riguardanti l’argomento in questione.


Come si misura la carica batterica

In genere l’unità della carica batterica si misura in “UFC”, sigla che indica le unità formanti colonie, ma tale metodo di misura non sempre consente di ottenere misurazioni precise, anche perché spesso implica metodologie che non sempre sono pratiche da attuare in un laboratorio. Per questo, sarebbe opportuno misurare le cariche batteriche direttamente servendosi del metodo chiamato “semiquantitativo”. In questo caso alla carica in questione si devono applicare alcune espressioni, come per esempio “rara colonia”, nel caso ci siano 1000 UFC per un solo ml, quindi in questa casistica si parlerebbe di un basso livello di carica virale. Nel caso in cui vi fosse invece un “numero di colonie discreto” allora vorrebbe dire che si avrebbero tra le 10mila-100mila UFC per un ml. Se poi si dovessero avere circa un milione di colonie UFC per ml allora la carica avrebbe un indice molto elevato. In questa situazione si dovrebbe usare l’espressione “numerose colonie”. Non si deve dimenticare che nell’organismo umano sono già presenti diverse colonie di batteri, ma non è detto che la loro presenza implichi delle conseguenze dannose per la salute del soggetto.

In più, anche se in genere una carica elevata presuppone che l’individuo stia attraversando uno stadio sviluppato della malattia o che quest’ultima abbia raggiunto un livello cronico, prima di giungere a conclusioni del genere ogni professionista deve anche valutare altri fattori. Tra questi, prima di tutto la specie a cui il batterie appartiene, poi anche la sede che ha infettato oppure l’eventuale presenza di terapie già iniziate, nonché lo status in cui si trova il soggetto. Molto importante poi il discorso relativo alla diffusione batterica nell’ambiente, perché luoghi pubblici ma anche determinati settori come quello agroalimentare, presuppongono la presenza di aree e locali totalmente privi di cariche batteriche infettanti. In tal caso è opportuno indicare degli approfondimenti.


Come evitare la diffusione dei batteri nell’ambiente

Per evitare che i batteri si diffondano nell’ambiente e per eliminare la possibilità che vi siano elementi che possano provocare danni igienici non sia nei locali in cui si lavora, ma anche nelle aree in cui si producono generi alimentari o altri elementi che poi saranno destinati a consumatori, l’ideale è rivolgersi ad aziende professionali che sappiano igienizzare gli ambienti. Tutto ciò è possibile con servizi appositi, come ad esempio controlli volti a prevenire le problematiche di igiene, ma alcune volte è necessario anche richiedere servizi differenti, come quelli di disinfezione e di sanificazione che l’azienda Quark realizza. In questo modo, ogni parte dell’ambiente sarà privo di carica batterica e ciò consentirà di bloccare ogni rischio relativo alla diffusione di batteri.

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